Lorenzo Russo – Direttore Kaire

Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella lo aveva detto il giorno dopo il sisma che ha colpito – era il 21 agosto scorso – una piccola parte della frazione collinare di Casamicciola e Lacco Ameno: “verrò a Ischia”. E così è stato. Martedì scorso 29 agosto alle ore 16:50 circa è atterrato l’elicottero bianco del Presidente presso l’eliporto di Casamicciola Terme. Mattarella voleva incontrare i cittadini, gli sfollati, e visitare la zona rossa. Tante le persone che lo hanno accolto con un applauso. “Presidente, non lasciateci soli” o ancora “noi non siamo abusivi”.

Una persona che è venuta per stringere mani, dare abbracci, e soprattutto ascoltare e dialogare. Nello stesso momento a Roma il consiglio dei ministri ha emanato il decreto per aiutare gli sfollati con un sostegno di sette milioni di euro. Lo Stato c’è. Vuole far sentire la propria vicinanza. E vuole ristabilire la legalità in un percorso che da troppi anni ha visto la mancanza di concretezza dalla politica locale in tema dei piani regolatori.

Dopo un breve caffè al bar Calise al porto di Casamicciola, Il Presidente ha poi fatto un breve briefing nell’unità di crisi per capire lo stato attuale delle cose. Poi è andato nella zona rossa di Casamicciola e Lacco Ameno. La commozione degli sfollati nel vedere arrivare il Presidente della Repubblica era tanta. Mattarella ha potuto incontrare i sopravvissuti, stringere la mano ai familiari di Lina Balestrieri, ringraziare i soccorritori e vedere con i propri occhi il disastro che ha causato il sisma del 21 agosto scorso.

Ha regalato parole di speranza, unità, sostegno, tenerezza. Ogni suo sguardo era ben indirizzato a qualcuno, quasi a non voler tralasciare nessuno nel suo percorso. Gli sfollati quasi all’unisono chiedevano di “non lasciarci soli” e di ricordare che “non siamo tutti abusivi”.

Il Presidente Mattarella poi si è spostato a Ischia Ponte per fare una breve passeggiata con i sindaci e vedere il Castello Aragonese, simbolo di Ischia nel mondo. Questo gesto ha un significato ben preciso: Ischia è un’Isola stupenda e la sua economia si basa sul turismo. Deve continuare a vivere e far parlare di sé per essere sempre più attrazione turistica fra le più belle al mondo. La passeggiata nel borgo antico di Ischia Ponte è iniziata sotto il Palazzo Lanfreschi. Davanti la Cattedrale ha incontrato il vescovo di Ischia Mons Pietro Lagnese (che lo ha atteso anche nella zona rossa insieme agli sfollati) che lo ha accompagnato fino al pontile del castello Aragonese insieme ai sei sindaci dell’Isola e al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Al termine della sua passeggiata sul pontile ha risposto a una domanda dei giornalisti che gli hanno domandato “che cosa hanno chiesto i terremotati?”.

“Mi hanno detto che cosa sono venuto a fare, cioè la rassicurazione di un sostegno e di un’attenzione costante per lo Stato nella ricostruzione. Sono venuto per questo. Innanzitutto per commemorare le due vittime, ma poi anche per dare solidarietà ai feriti e dare sostegno a chi ha perso la casa o ha dovuto lasciarla nella prospettiva di interventi nel più possibile solleciti e organici per la ricostruzione. Sono venuto anche per ringraziare i soccorritori per l’opera preziosa che hanno assicurato tempestivamente con grande efficacia e anche per sottolineare come l’isola mantenga la sua ordinata ed efficiente struttura e capacità nell’accoglienza turistica. Il turismo che c’è in questo momento è la garanzia che – vedi la straordinaria bellezza di Ischia – sta continuando e continuerà nel tempo. Bisogna far comprendere che qui il turismo ha grandi prospettive e potrà ancora aumentare”.