Maria Mattera | È una mattina piovosa, cupa, fredda, ma la Chiesa di San Giorgio è piena, in fermento, in festa: Testaccio, impaziente, sta per accogliere il Vescovo Pietro. Sono quattro i giovani che oggi, 24 aprile, come soldati di Dio, sono radunati attorno a Cristo per gridare il loro “eccomi”, il dolce giuramento del loro impegno a testimoniare ed annunciare l’Amore di Dio nella loro vita, CON la loro vita. Come nel giorno del Battesimo furono i genitori a parlare, oggi ognuno dei nostri quattro giovani prende la parola, dichiarandosi pronto a testimoniare la fede in Gesù Cristo.

La Chiesa è carica di emozione. Peppe, Lucia, Massimo e Giusy aspettano in silenzio, seri, consapevoli della grandezza del miracolo che sta per avvenire oggi in loro.

La parola di oggi profeticamente focalizza tutta la nostra attenzione sull’amore. Nel Vangelo, infatti, Gesù riassume tutto il suo insegnamento in un comandamento nuovo, il comandamento dell’Amore: “Come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”. Il Vescovo, durante l’omelia, si rivolge a tutti, ma soprattutto ai cresimandi, mentre spiega le parole appena udite. Il comandamento nuovo è un comandamento che esiste da sempre, ma è nuovo perché ci rende nuovi, ci rinnova, e accende in noi la voglia e la capacità di amare. I figli di Dio sono infatti chiamati ad amare, e l’amore è l’unico documento che attesta se siamo o meno cristiani. Lo sanno bene i nostri cresimandi: da oggi in poi la loro capacità di amare sarà la carta d’identità che darà loro credibilità agli occhi del mondo.

Il Vescovo Pietro, poi, fa luce su un quesito che forse tutti ci siamo posti nell’ascoltare il Vangelo di oggi: Gesù ci ha amati in modo perfetto, fino a dare la morte per noi; come facciamo allora noi, esseri piccoli ed imperfetti, ad amare allo stesso modo in cui ama l’Amore in persona? Cosa ci sta chiedendo Gesù? Ebbene, quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore, e in maniera più speciale mediante il conferimento del sacramento della Confermazione, se permettiamo allo Spirito di agire, è Cristo stesso che si fa vivo e presente in noi, e sarà Lui stesso, in noi, ad amare, perdonare, consolare, servire, pregare..!

I cresimandi annuiscono seri alle parole del Vescovo Pietro, consapevoli che questo prodigio sarà ancora più reale tra qualche minuto quando verranno unti sulla fronte con il Sacro Crisma, l’olio misto a balsamo consacrato il giorno del giovedì santo. La simbologia di questi due elementi è molto bella ed evocativa: l’olio, che si espande e fortifica, come grazia abbondante si diffonde nell’anima del cristiano per confermarlo nella fede; il balsamo, che è profumatissimo e preserva dalla corruzione, fortifica il cristiano con la grazia dello Spirito, lo fa profumare di virtù e lo preserva dalla corruzione dei vizi.

I quattro giovani si dispongono in fila di fronte al Vescovo, accompagnati e cinti nell’abbraccio commosso di padrini e madrine consapevoli che oggi l’impegno a testimoniare è anche il loro, insieme a quello di guidare, sostenere ed edificare lo spirito del cresimando. Il Vescovo intinge un dito nell’olio profumato e, sorridendo, traccia una croce sulla fronte dei nostri giovani, invoca su di loro lo Spirito Santo e, con questo semplice gesto, li riempie dell’abbondanza dei Santi Doni.

I ragazzi che ritornano ai propri posti sono ragazzi nuovi, lo Spirito già opera, glielo leggi in viso: la serietà di un momento prima ha lasciato il posto a quattro sorrisi splendenti, raggianti, luminosi. La trasformazione in veri testimoni di Cristo è già in atto! Oggi l’esercito di Cristo ha quattro nuovi soldati, che con parole ed opere, senza paura e senza vergogna, si impegnano solennemente a crescere in santità e a portare e difendere Gesù nel mondo.