di don Carlo Candido per il KAIRE

Il fenomeno virale del Charlie Challenger impazza anche sulla nostra isola. Centinaia i bambini e gli adolescenti che in questi giorni sono venuti in parrocchia spaventati, alcuni con i loro genitori, per chiedere di confessarsi e ricevere una benedizione.

 

In questi giorni si parla tanto di un fenomeno, che a macchia d’olio si è diffuso in tutte le scuole della nostra isola di Ischia. E’ il gioco (??!!??) del: Charlie Charlie are you here? Charlie sei qui?

E’ diventato un gioco virale sul web, per il momento non è dato sapere se si tratta di una burla, ma se fosse un fenomeno vero non ci sarebbe nulla da scherzare.

L’evocazione di entità spiritiche è una pratica antica quanto il mondo. In tutte le culture antiche è esistito l’esoterismo e lo spiritismo. La massoneria ed i centri di potere del pianeta usano l’esoterismo e riti satanici. La stessa Chiesa cattolica suggerisce di non eseguire ne partecipare a sedute spiritiche o ad evocazioni  di entità, perché rientrano tutte nella sfera del satanismo. E Charlie Challenger, così è stato ribattezzato questo gioco, è diventato un nuovo “passatempo satanico” dei giovani della rete. Un vero virus che ha infettato i nostri ragazzi, e ahimè anche bambini, su tutta l’isola. Sono stati centinaia i bambini e gli adolescenti che in questi giorni sono venuti in parrocchia spaventati, alcuni con i loro genitori, per chiedere di confessarsi e ricevere una benedizione. Mi sono reso conto che dietro c’era soprattutto il problema di ragazzi che sono affetti da una forma di “daltonismo spirituale”: non sanno distinguere il bene dal male, o come direbbe Mosè, la destra dalla sinistra. E’ chiaramente il fallimento della famiglia, del metodo educativo, sostituito con il metodo dell’allevamento, e anche di certa catechesi nelle nostre parrocchie: del tutto fallimentare!!!

Il Charlie Charlie Challenge è un “gioco-seduta spiritica” di origine latino americana, simile alla tavola Ouija, diventato fenomeno virale a livello globale nelle scorse settimane, con video su YouTube e Vine, post su Facebook e discussioni su Twitter. Impazza fra gli adolescenti di tutto il mondo, arrivano filmati dall’Australia al Brasile.

Secondo la credenza popolare, i giocatori evocano uno spirito che si presume risponda alle domande, attraverso lo sbilanciamento di due matite incrociate posate su una carta con le parole “sì” e “no” scritte su di essa.

Pare che non sia fondamentale l’ordine, l’importante è che le due affermazioni si ‘guardino’ in diagonale.

Preparata la tavola, si può cominciare con la “mini” (??) seduta spiritica. Il primo passo da compiere è chiamare il “fantasma” (in realtà sono sempre demoni) Charlie, usando la seguente formula: “Charlie, Charlie, sei qui?”.

In teoria, lo spirito dovrebbe mostrare la sua presenza spostando la matita verso la risposta. Una volta palesatosi, è possibile rivolgergli qualsiasi domanda, a patto che, ovviamente, la replica possa esaurirsi in un ‘sì’ o un ‘no’. E a questo punto, curiosando in Rete, si scopre quali sono i quesiti che i ragazzi vogliono veder risolti.

C’è chi chiede quando uscirà l’ultimo disco di Justin Bieber, piuttosto che qualche indiscrezione sugli One Direction. Insomma, gli adolescenti usano Charlie come gola profonda del gossip internazionale. Il che, par di capire, toglie un po’ di suspence al tutto. Anche se, chiaramente, sul Web circolano pure video decisamente più inquietanti.

Il Charlie Charlie Challenge non è per nulla un inedito: si ispira a un’antica tradizione messicana che, par di capire, sarebbe più complessa rispetto alla versione social.

Oggi i nostri adolescenti cominciano per gioco, per noia, per sfida, per caso; poi, però, molti di loro restano impigliati nelle maglie di ciò che viene definito “esoterismo deviato”, ma che per correttezza terminologica meglio sarebbe chiamare “occultismo”.

Secondo recenti inchieste, l’interesse dei ragazzi per il “lato oscuro” (satanismo, magia, sedute spiritiche, ecc.) è in aumento e sembra essere sollecitato da certi media che, per un interesse meramente commerciale, amplificano il fascino dell’occulto. I palinsesti televisivi pullulano di storie di streghe e di vampiri. I siti internet spiegano come fare pozioni e sortilegi. I periodici propongono interviste a miti del rock che esaltano il demonio, e così via.

Oroscopi, amuleti, Tarocchi e sedute spiritiche sono, ormai, i compagni di strada delle nuove generazioni, vittime di un vero e proprio bombardamento esoterico, effettuato attraverso i mezzi più vari: la musica, la televisione, i videogiochi, i fumetti, il cinema, la discoteca.

È un bombardamento che trova terreno fertile nella vita di molti giovani, spesso caratterizzata da una profonda solitudine, da situazioni familiari difficili, da incertezze per il futuro. L’interesse per l’esoterismo, proposto come soluzione immediata dei problemi quotidiani può causare danni enormi nella mente dei ragazzi. Può contribuire a creare una generazione di “nuovi schiavi”, intrappolati nei loro stessi comportamenti.

Sulla nostra isola, mi sto rendendo conto, che il fenomeno è in forte aumento. Questo è dovuto al fatto che c’è una forte pratica di religiosità naturale, ma manca una vera esperienza cristiana. Abbiamo tanti ragazzi con le loro famiglie, spiritualmente sottosviluppati e analfabeti, quindi facile preda dei “cavalli di troia” che inventa il nemico. Purtroppo sono tante “porte”, come il “Charlie Charlie Challenge”, attraverso cui entra il “nemico” e certamente non ne uscirà facilmente, con problemi grossi che si manifesteranno nel tempo, anche dopo 10 o 20 anni, con impedimenti e problemi sulla salute, sugli affetti, sul lavoro, etc. In questi anni tante persone sono venute in parrocchia perché avevano grossi problemi e scavando nel loro passato si scopriva che avevano fatto uso di ogni specie di occultismo (maghi, fattucchiere, santoni, stregoni, cartomanti, malocchi, etc.). Tutti mi dicono: ma non lo sapevo. Rispondo sempre: Dio perdona l’ignoranza, purtroppo l’antico serpente no, ne approfitta per entrare in “casa”.

Detto questo, non ha senso colpevolizzare in modo indiscriminato i diversi ambiti della cultura giovanile; anche perché ciò che più importa non è puntare il dito, ma trovare un modo per porre un freno a un fenomeno dilagante e rischioso. Molti ragazzi, infatti, sono stati abituati a vivere in un mondo “capovolto” governato dal male.

D’altra parte, bisogna anche metter in conto che l’adolescenza è un momento di sperimentazione, in cui la componente del rischio viene costantemente ricercata. Non è quindi possibile evitare ai giovani una tappa importante della loro crescita; questo però non significa trascurarli e lasciarli in balìa dell’occultismo. Gli adulti, seppur a debita distanza in questa delicata fase della crescita, devono sforzarsi di esserci e di fornire ai ragazzi gli strumenti adeguati per scegliere la loro strada senza lasciarsi plagiare.

Il fascino del lato oscuro

In ciascuno di noi c’è una parte oscura, un’Ombra con la quale dobbiamo fare i conti, talvolta proiettarla all’esterno diventa un modo per esorcizzarla. Nelle persone in crescita, nei ragazzi, acquisire la consapevolezza della propria ombra può disorientare e allo stesso tempo affascinare: l’atteggiamento ambivalente è tipico di questa fase della crescita. Se dunque l’ombra fa paura, allo stesso tempo attrae e venire in contatto con gruppi che si occupano di occultismo può dare l’idea di riuscire a dominare questa parte di sé che spaventa. Se poi, alla fragilità che caratterizza l’adolescenza si aggiunge anche un substrato sociale che non fornisce gli strumenti adeguati per distinguere il bene dal male, non c’è da stupirsi se i ragazzi arrivano a perdersi.

È in questa confusione che l’occultismo si diffonde. Pronunciare formule magiche, creare amuleti, partecipare a cerimonie segrete può sembrare divertente, qualcosa di nuovo da fare il sabato sera: ci si accorge troppo tardi che si stava scherzando col fuoco.

Giocare coi simboli

I giovani adepti dell’occulto fanno un grande uso di simboli. A volte sono immagini blasfeme, altre volte lettere di alfabeti antichi o sacri, altre volte ancora figure dal profondo significato simbolico. Non è detto che sia obbligatorio per appartenere a una setta “marchiare” il proprio corpo con tatuaggi o decorarlo con i piercing; così come va detto che non tutti i ragazzi che scrivono sulla loro pelle e bucano le loro narici o i loro ombelichi abbiano un piede nel territorio oscuro; vero è però che le pratiche occulte poggiano su questi simboli che hanno un grande potere evocativo. Così, il corpo dei giovani adepti diventa una specie di “lavagna” su cui viene scritta la filosofia (non scritta) delle loro sette di appartenenza. Ciò non accade solo nell’ambito delle sette, basti pensare ai simboli cosiddetti magici che vengono scelti con grande leggerezza, senza comprendere che certi strumenti sono come “chiavi” che aprono porte che sarebbe meglio lasciar chiuse.

Il demonio per amico

Gli adolescenti subiscono il fascino del diavolo, ammirano la sua natura di “angelo ribelle”, lo considerano un alleato nella loro ricerca di libertà e di una vita senza regole. Ciò che i giovani non possono immaginare è che il bisogno di trasgredire alle regole a che fare con l’adolescenza; un periodo, tutto sommato, piuttosto breve rispetto a una vita intera. Scegliere il demonio come eroe li condurrà a vivere in un mondo alla rovescia. Il satanismo è il capovolgimento dei valori. È fare male al posto del bene. È odiare invece di amare. Tutto il fascino della trasgressione, quando questi ragazzi diventeranno adulti, sarà scomparso e a loro rimarrà solamente la disgregazione psichica. Allora sarà troppo tardi per scegliersi un altro “amico”.

Un ossimoro: l’occultismo chiaro

Perché i ragazzi hanno tanta voglia di scherzare col fuoco? La risposta è semplice: qualcuno li ha spinti a credere che l’esoterismo sia un fuoco non pericoloso, un fuoco simpatico, un fuoco che non brucia. E quindi, perché non toccarlo? Perché non provare?

Come abbiamo già detto il substrato dell’occultismo è la confusione. I confini fra bene e male si sfumano. I ragazzi sono così indotti a credere che esista una magia buona, capace di produrre il bene. Ma questo è un ossimoro. Non esiste una magia buona e una cattiva. Le streghe e le fate sono solo le due facce della stessa medaglia. Eppure, i messaggi in questa direzione si sprecano: si compiono cerimonie per farsi visitare dagli angeli, si indossano amuleti per proteggersi o per trovare l’amore, si percorrono cammini spirituali sincretici nella speranza di creare un paradiso in terra. Si consolida così un “occultismo chiaro” che finisce per attrarre i ragazzi che ancora credono nell’amore, nella pace e nella solidarietà. Alla fine, però, anche questo occultismo “soft” mostrerà il suo reale volto e sarà anch’esso oscuro.

Semplice degrado o malefico disegno?
 A questo punto viene da domandarsi a chi giovi la destrutturazione psichica dei nostri ragazzi. Ci troviamo semplicemente, si fa per dire, davanti a un degrado sociale che si aggrappa all’occultismo per mancanza di altri valori? C’è chi è convinto vi sia un disegno del “lato oscuro”, il diavolo, il male, che punta ad arruolare nelle proprie fila un esercito di giovani per governare il mondo nel futuro. Se l’obiettivo è questo, sembrerebbe che, indipendentemente dal coinvolgimento delle nuove generazioni, il male sia già al potere. Se ci guardiamo intorno sembra già di vivere in un mondo “capovolto”; per trovare conferme non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: dalla politica, al mondo del lavoro, alla scuola ad altri ambiti sociali si assiste al predominio dei “lati oscuri”. Se questa è l’angolazione da cui vogliamo osservare i fenomeni, per l’umanità non c’è scampo. E per i giovani, in fondo, non ci sarà una grande differenza tra il perdersi in una setta satanica o veder fallire i loro progetti per il futuro e ritrovarsi a lavorare a vita in un call center. A paragone, forse, è meglio l’inferno!

Proviamo a guardare oltre?

Se facciamo lo sforzo di mutare il nostro sguardo sulla realtà, non tutto è ancora “oscuro”. Possiamo ancora cogliere negli adolescenti un barlume di un energia vitale che solo loro sono ancora capaci di alimentare. È un’energia buona, un’energia che molti adulti non ricordano nemmeno d’aver posseduto. È a quel fiume vitale, che scorre fra i giovani, che si può ancora attingere per rialzare le sorti di questa polverosa e degradata società.

Può darsi che da quel fiume voglia attingere anche il maligno, per portare nuova linfa al proprio inferno? Può darsi, ma allora impediamoglielo! Proteggiamo e sosteniamo i giovani, aiutiamoli a realizzare i loro sogni, anche se noi adulti abbiamo rinunciato ai nostri. Lasciamo che sperimentino, che si allontanino da casa per cimentarsi con le prove della vita, ma diamogli la certezza che a casa ci sarà sempre un posto per loro, che se mai dovessero davvero perdersi nella foresta saremo noi adulti ad andare a lottare con le bestie feroci per salvarli. Proviamo ad aiutare i nostri figli, e anche noi stessi, proviamo a garantirgli un futuro in un mondo che ancora c’è. Ma soprattutto ricordiamo loro e a noi stessi che Uno solo non tradisce e non inganna: Gesù Cristo. Lui solo dona la vera libertà. Solo in Lui c’è salvezza!