Nella ricorrenza dell’apostolo ed evangelista Matteo, il pubblicano che ha sperimentato pienamente nella sua vita l’incontro decisivo con la Misericordia e la tenerezza di Dio, si è aperta mercoledì 21 settembre una nuova pagina di vita per la nostra Diocesi, un nuovo anno pastorale in cui incarnare concretamente quella Misericordia che stiamo celebrando nel Giubileo straordinario che si avvia alla sua conclusione.
Il vescovo di Ischia, Mons Pietro Lagnese, ha desiderato aprire quest’anno con la Celebrazione dell’Eucarestia, spiegandone il senso nelle prime battute della sua intensa omelia: “Siamo qui convocati in assemblea liturgica perché, come ci ha ricordato il Congresso Eucaristico appena concluso a Genova, è l’Eucaristia la vera Sorgente. Apriamo l’Anno Pastorale in un contesto eucaristico anche per ringraziare il Signore per la grazia che ci concede di lavorare per Lui e per la Sua Chiesa”
A concelebrare con mons. Lagnese sono i sacerdoti della nostra Diocesi e i religiosi, insieme ai diaconi e tra questi Carlo Mazzella, che il prossimo 7 ottobre nella Chiesa Cattedrale sarà ordinato Presbitero e per il quale il Vescovo ha chiesto di intensificare la preghiera in queste settimane he ne precedono l’ordinazione.
La pagina del Vangelo ascoltata è proprio quella in cui Matteo stesso racconta la sua chiamata, l’incontro con Cristo che lo ha “trascinato” dietro di sé mostrandogli un Amore fino a quel momento mai conosciuto, un incontro avvenuto proprio nel bel mezzo delle sue attività non proprio così’ limpide, che saziavano solo per poco il cuore di Matteo lasciandolo con l’amaro in bocca e con la sensazione di star sciupando qualcosa di grande.
Mons. Lagnese ci ha aiutati ad entrare “in punta di piedi” dentro al mistero quel giorno vissuto da Matteo e alla sua chiamata da parte del Maestro Gesù: “Chi e Matteo? Un uomo “seduto”! Tutti e tre gli evangelisti sono concordi nel presentarcelo così. Ha ceduto alla seduzione del denaro e ora vive, o meglio sopravvive, con il solo desiderio di possedere: uomo isolato, venduto al potere romano, ha rinnegato anche la sua fede! Per Gesù però quell’uomo non è uno da cui stare lontano. Gesù lo vede, lo chiama e lo… guarisce! L’incontro con Gesù lo mette in piedi! Il verbo usato per indicare il passaggio di posizione è lo stesso che troviamo nei racconti della risurrezione di Gesù. Matteo è un “morto resuscitato”. Ecco ora chi è Matteo: un uomo seduto che è stato rimesso in piedi!”
Ma, come ci ricorda mons. Lagnese, l’esperienza di Matteo non è molto lontana da quella che viviamo o rischiamo di vivere noi quotidianamente: “Quanta gente vive seduta, come Matteo prima dell’incontro con Gesù! Quanta gente persa, sedotta da cose inconsistenti o, semplicemente, cieca perché nessuno ancora gli ha mostrato la via! E anche noi quante volte siamo stati così! Quante volte abbiamo fatto questa stessa esperienza! Ognuno di noi perciò potrebbe dire: anche io sono stato così, avrei potuto essere così, o forse, semplicemente, in tanti aspetti, sono ancora così…”.
L’incontro con Cristo cambia la vita di Matteo che da chiamato diventa “chiamante”, apostolo tra i propri fratelli: “L’incontro con il Signore: è la cosa veramente importante! Non basta averlo incontrato una sola volta ma bisogna seguirlo. Abbiamo bisogno perciò di rifare quell’incontro! E di rifarlo sempre. Anche il nostro servizio ecclesiale se non si fonda sull’incontro con Lui non sarà mai fecondo! Anzi correremo il rischio di fare macelli! Come quegli scribi e farisei di cui pure ci è detto oggi nel vangelo!”
Quel giorno la casa di Matteo diventa casa dell’incontro di Cristo con tanti che ancora non lo avevano incontrato: “Subito dopo la chiamata di Matteo e la decisione di seguire il Maestro, il vangelo ci dice che Gesù va a tavola in una casa dove sono presenti molti pubblicani e peccatori (cf. Mt 9, 10). È la casa di Matteo! Qual è il senso di quel banchetto? È il segno di una gioia e di una festa che Matteo vuole condividere, per fare in modo che anche altri, peccatori come lui, incontrino il Maestro. Amare e far amare Gesù! La Chiesa è questo: la casa dell’incontro! La casa di Matteo è icona della Chiesa! La Chiesa nasce per permettere l’incontro con Gesù! Qual è la missione della Chiesa se non favorire l’incontro con il Signore? A che serve la Chiesa, se non a rendere possibile questo incontro? Se la Chiesa smette di fare ciò, non ha più ragione di esistere!” Mons Lagnese indica alla Chiesa di Ischia alcune strade per vivere concretamente da “Casa dell’incontro” con Cristo per tutti: “Gesù ha sete! Ha sete di incontrarci e d’incontrare sempre altre persone e questa sera sembra dirci: Chiesa di Ischia, aiutami, diventa casa accogliente, apri le porte; fammi incontrare la gente! Permettimi di poter incrociare lo sguardo di tanti che come Matteo vivono una vita seduta, senza senso, arrotolata. Crea le occasioni! Alimenta la tua creatività! Perciò senza paura e con coraggio mettiamoci ad annunciare il Vangelo! E’ questo anche il senso della missione diocesana che si terrà ad Ischia dal 4 al 13 novembre prossimo! Per questo verranno in mezzo a noi come missionari i frati minori di Assisi insieme a tante religiose e tanti laici, giovani e famiglie cristiani!
Ciò concretamente richiede alcune cose:
- Ripensare la pastorale, le strutture, la parrocchia, che come dice il papa non è certamente un’esperienza superata, ma di fatto va ripensata: bisogna andare verso la formazione di parrocchie che sappiano mettersi in rete, unire le forze e non pretendere di poter fare tutto e da sole!
- I nuovi Consigli Pastorali Parrocchiali che quest’anno costituiremo dovranno lavorare per questo: fare delle parrocchie delle comunità evangelizzanti!
- Privilegiare giovani e famiglie, coinvolgendo, attraverso di loro, anche i piccoli e gli anziani.
- Per questo è necessario avviare in diocesi la costituzione un Centro per il catecumenato che sia un vero Centro di Centro di evangelizzazione permanente
- Favorire lo sviluppo di una Catechesi veramente kerygmatica che eviti di farci attardare su una pastorale di conservazione per assumere, invece, una pastorale che faccia perno sull’essenziale e che eviti di rivolgersi, per la maggior parte, solo ai piccoli.”
Infine un richiamo alla concretezza data e ancora da dare alle opere di misericordia corporali e spirituali nella nostra Chiesa di Ischia: “La Chiesa evangelizza soprattutto quando testimonia l’Amore! La Chiesa evangelizza quando compie opere di misericordia. Sono almeno quattro i monumenti della misericordia che vedranno la luce in questo Anno della Misericordia che si avvia alla conclusione: Accanto all’accoglienza dei nostri fratelli immigrati ospiti del Centro Giovanni Paolo II e di un appartamento della diocesi, la nostra Chiesa si è impegnata nel dar vita – ed è già operativa – ad una Casa per il recupero dei tossicodipendenti affidata alla Comunità Papa Giovanni XXIII: si chiamerà Casa don Oreste Benzi. Daremo vita alla Casa S. Maria della Tenerezza dove potranno trovare accoglienza ragazzi diversamente abili: sarà un centro diurno a sostegno dei disabili della nostra Isola con il coinvolgimento delle loro famiglie perché genitori e figli non abbiano a sentirsi isolati ed abbandonati. Un Centro di Ascolto medico per i più poveri e un Centro Giovanile in alcuni locali offertici dal Comune di Ischia intitolato a Papa Francesco”
A Maria, Casa di Cristo, mons. Lagnese ha invitato a guardare al termine della sua riflessione: “A Maria guardiamo e ci affidiamo! Lei, icona della Chiesa, Stella della nuova evangelizzazione, c’insegni ad essere Chiesa, Casa dell’incontro e Casa ospitale. Con il titolo di Madonna di Loreto, come la veneriamo in Forio d’Ischia, la salutiamo e le chiediamo: fa’ che ti imitiamo; fa’ che come te, Vergine della Santa Casa, diventiamo Casa dell’Incontro!”
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano