DALLA PARTE DI CHI NON HA VOCE
Lettera del vescovo Pietro
ai Sindaci dell’isola d’Ischia
Gent.li Sigg. Sindaci,
in qualità di vescovo di Ischia, mi rivolgo a Voi per rappresentarVi una delicata questione che da diversi anni sta interessando l’intera comunità isolana.
Mi riferisco al disagio che vivono da tempo gli ex residenti della Struttura Intermedia Residenziale di Villa Orizzonte in Barano per i quali, in queste ore, si stanno prendendo altre tragiche decisioni. Si tratta di nostri concittadini che, dopo un delicato e felice percorso ventennale di integrazione nella comunità, potrebbero vedersi costretti a lasciare la loro terra, tornata ad essere la loro casa, per essere trasferiti in strutture della terraferma, perciò lontani dai loro familiari (per chi li ha), dagli affetti che si sono conquistati e coltivati e da chi, per tutto questo tempo, si è preso cura di loro con dedizione e affetto, accompagnandoli in una difficile rinascita civile ben oltre i propri doveri professionali.
Questo allontanamento avrebbe per loro un costo altissimo, ora che, dopo decenni di sopravvivenza in condizioni subumane in manicomio, avevano recuperata la loro dignità, con grande fatica loro e di tanti, e, nel tempo, erano riusciti a intessere una solida rete di relazioni. Ma anche per la comunità isolana che, dopo averli accolti e resi parte di sé, si è più volte mobilitata per garantire loro la permanenza sull’Isola e il sereno e protetto proseguimento delle loro esistenze in un ambiente e in un contesto familiari e rassicuranti, tale trasferimento si configurerebbe come un atto di grave ingiustizia sociale, alimentando così quel senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni che purtroppo già interessa tanti isolani.
La chiusura della Sir prima e, a tutt’oggi, la sua mancata riapertura a beneficio di questo primo gruppo di residenti, – ma anche di altri sofferenti psichici che nel frattempo sono diventati bisognosi di un’assistenza altrettanto qualificata e assidua, – rappresentano solo la priorità più urgente in un settore, qual è l’assistenza psichiatrica, che in questi anni ha subito continui tagli e ridimensionamenti, sia a livello di personale, spazi e posti letto, sia, più in generale, di capacità di assistenza.
Tale condizione sta penalizzando in maniera grave non solo gli utenti già seguiti e sempre più orfani di riferimenti, ma anche quelli di cui finora, per le insufficienze del sistema, continuano a farsi dolorosamente carico, nella più completa solitudine, unicamente le famiglie.
Si tratta di un’assistenza già ridotta al lumicino che rischia, nelle prossime ore, di dissolversi del tutto con il venir meno anche di tutte le attività del Centro diurno, di cui resta solo la distribuzione di panini nel parcheggio di Villa Romana all’ora di pranzo e la bella esperienza del Giardino dell’Amicizia, resa possibile da una proficua collaborazione con il Comune d’Ischia.
Come vescovo dell’Isola, sento il dovere di farmi voce di chi non ha voce e perciò chiedo a Voi, in qualità di rappresentanti eletti della comunità, di farVi portatori presso l’Azienda Sanitaria Locale della tutela dei diritti degli ex residenti della Sir e della riattivazione dei servizi della Salute mentale, compresa una nuova apertura della Sir sull’Isola.
La dissoluzione dei servizi psichiatrici in un territorio, peraltro, ad alta incidenza di patologie psichiche – per effetto di questioni di certo non di oggi, ma annose e mai risolte, che però nell’ultimo anno si sono ulteriormente aggravate – è, tuttavia, soltanto uno degli aspetti di una fase decisamente critica per la sanità sulla nostra isola. Altro aspetto cruciale è la crescente e sempre più limitante difficoltà a reperire personale sanitario e socio-sanitario disposto ad accettare Ischia come sede di lavoro, e ciò sia che si tratti dell’ospedale, sia che riguardi i servizi sul territorio.
Anche tutti i più recenti tentativi da parte dell’ASL NA2 Nord di reclutare soprattutto infermieri, ma anche medici specialisti di varie branche, per cercare di ridurre gli enormi buchi di organico che si registrano sull’Isola, in particolare all’ospedale “Rizzoli”, non hanno avuto esito positivo. E così, in ospedale soprattutto, la situazione si fa ogni giorno sempre più critica per l’enorme carico di lavoro che grava sul personale in servizio, fortemente sottodimensionato rispetto alle necessità che durante la stagione turistica si moltiplicano in maniera esponenziale.
A ciò si aggiunga pure il crescente malcontento dei pendolari “storici”, che si sentono penalizzati dal dover continuare a prestare servizio sull’Isola, per le condizioni economiche e logistiche di evidente disagio.
Proprio per tale motivo nei mesi scorsi il Comitato Unitario per il Diritto alla Salute, al fine di ottenere il riconoscimento per l’Isola di “zona disagiata”, ha promosso una petizione che ha coinvolto migliaia di ischitani e che ha superato le cinquemila firme. Anche io ho ritenuto di apporre la mia, nella consapevolezza che il summenzionato riconoscimento sia l’unica strada praticabile per garantire incentivi e condizioni di lavoro più favorevoli, in grado di compensare i disagi dell’insularità, al personale sanitario di cui c’è bisogno sul nostro territorio, al fine di convincerlo a scegliere Ischia come sede di lavoro.
Vi chiedo, pertanto, di farvi promotori e portatori, presso le competenti autorità e amministrazioni sovraordinate, delle esigenze primarie che emergono nella nostra realtà, a cominciare proprio da quelle che sono in grado di garantire agli isolani i Livelli Essenziali di Assistenza assicurati a tutti i cittadini della Repubblica, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione Italiana.
Ciò richiede, prima di tutto, da parte vostra – a seguito del terremoto che ha coinvolto l’Isola il 21 agosto scorso – che vi adoperiate per la messa in sicurezza del nostro ospedale, perché il “Rizzoli” possa essere in grado di resistere e di affrontare altre eventuali emergenze. Pertanto, vi esorto e vi sollecito, nell’ambito degli interventi da effettuarsi sul territorio, a considerare priorità inderogabile la realizzazione di lavori e opere di consolidamento della struttura ospedaliera di Lacco Ameno, ovviamente, senza sospendere le attività di assistenza, vista la mancanza di alternative a causa del carattere insulare del nostro territorio.
Confido nella Vostra determinazione a farvi carico di queste istanze nell’interesse comune e a portarle avanti nelle sedi appropriate con la sollecitudine che le sopracitate urgenze richiedono.
Da parte mia e della Chiesa di Ischia assicuro tutto l’impegno a essere concretamente a fianco degli ultimi e degli emarginati, nella consapevolezza che in tal modo daremo il nostro fattivo contributo a far crescere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione e a far morire quella dello scarto e dell’indifferenza.
Grato per l’accoglienza che vorrete riservare a questa mia richiesta, nell’augurarVi un fecondo impegno a favore della gente della nostra Isola, Vi porgo distinti saluti.
Ischia, dalla Sede Vescovile, addì 30 ottobre 2017
+ Pietro Lagnese
Vescovo di Ischia