Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Nell’imminenza della celebrazione della Manifestazione del Signore, che “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”, giungano a tutti voi, alle vostre famiglie e alla realtà ecclesiale nella quale il Signore vi ha voluto, gli auguri di un Natale Santo e di un nuovo anno fecondo di bene nel servizio del vangelo.
Con l’Apostolo Paolo anch’io desidero annunciarvi: “È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone“ (Tt, 2, 11-14).
Sono lieto di aver incontrato le aggregazioni ecclesiali presenti sull’isola, prima singolarmente ed poi tutte insieme intorno alla mensa dell’Eucarestia, Sacramento di Unità. Ringrazio Dio per questi incontri e per la partecipazione di tante realtà laicali alla vita della nostra Chiesa.
La vostra presenza suscita in me, davvero, tanta gioia ed è per me motivo di grande speranza! Sì, io riconosco in voi un dono prezioso per la nostra Chiesa! Con Papa Francesco anch’io vi dico: “voi siete regali dello Spirito” (E.G. 130)!
Già nel mio primo messaggio alla diocesi, rivolgendomi a tutte le associazioni, comunità e movimenti, scrivevo: “Nel riconoscere il prezioso contributo che voi offrite alla vita della Chiesa, prego che accogliate in maniera sempre più piena il dono dello Spirito perché, nella fedeltà al vostro carisma, possiate collaborare per una comune missione nella Chiesa e nel mondo”.
Oggi, confermando la mia stima nei riguardi delle tante aggregazioni laicali che, grazie a voi, sono presenti e operano nella nostra Chiesa, scrivo a voi per esprimere il mio affetto e la mia gratitudine per ciò che fate per la nostra diocesi e rinnovarvi il mio invito ad una forte collaborazione per la costruzione del Regno di Dio sull’Isola di Ischia.
Desidero, in particolare, affidare a voi due parole: comunione e missione.
Sono due parole fondamentali per la vita della Chiesa ma, ancor prima, centrali per la comprensione del mistero stesso della Chiesa, icona della Trinità.
La prima parola – comunione – richiama innanzitutto il primato di Dio, l’intimità con Lui, la vita nello Spirito, la chiamata alla santità, ma pure l’unità con la Chiesa che si esprime in una concreta disponibilità a collaborare con il papa, il vescovo e tutti coloro che, nella comunità cristiana, sono stati costituiti pastori; essa dice, ancora, impegno a crescere nella vita di fraternità e nell’accoglienza verso quanti appartengono ad altre realtà ecclesiali e nella capacita a lavorare insieme, superando la tentazione della divisione e dell’antagonismo, consapevoli che ogni carisma è dono dello stesso Spirito per l’utilità comune (Cfr 1 Cor 12,7). “Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma – ci dice Papa Francesco – è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti. Un’autentica novità suscitata dallo Spirito non ha bisogno di gettare ombre sopra altre spiritualità e doni per affermare se stessa. Quanto più un carisma volgerà il suo sguardo al cuore del Vangelo, tanto più il suo esercizio sarà ecclesiale. È nella comunione, anche se costa fatica, che un carisma si rivela autenticamente e misteriosamente fecondo. Se vive questa sfida, la Chiesa può essere un modello per la pace nel mondo” (EG 130).
La seconda parola – missione – richiama la scelta dell’evangelizzazione come obiettivo prioritario e fondamentale della vita della Chiesa e l’impegno a mettersi in cammino per non lasciare disattesa la domanda di salvezza che in questo tempo di crisi ci interpella con tutta la sua drammatica urgenza e annunciare anche ad altri “il vangelo che abbiamo ricevuto”, divenendo parte nel tutto, perche la Chiesa, corpo di Cristo, generi alla fede sempre nuovi figli di Dio. Chi ha incontrato il Signore e ha fatto esperienza del Suo amore non può tenere per sé questa esperienza. “Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice. Perché, se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?” (EG 8).
Ciò richiede la capacità di uscire dalle proprie realtà e mettersi a servizio degli altri non per allentare il contatto con questo o quel carisma e perdere così la propria “identità spirituale” ma per far sì che i doni dello Spirito, che non sono ”un patrimonio chiuso, consegnato ad un gruppo perché lo custodisca“ (EG 130), siano messi a disposizione della Chiesa in una logica pasquale e, come il sale e il lievito delle parabole evangeliche, possano concorrere a svolgere in pienezza alla missione dell’annuncio del Vangelo. Dice Papa Francesco: “La proposta è vivere ad un livello superiore, però non con minore intensità: La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri. Quando la Chiesa chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale: Qui scopriamo un’altra legge profonda della realtà: la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La missione, alla fin fine, è questo.” (EG 10).
Carissimi, sento che per la Chiesa tutta, questa è un’ora di particolare grazia! Il Signore ci chiama tutti a lavorare per una nuova semina del vangelo. Anche per la nostra Chiesa questo è un tempo particolare!
Rinnovo, perciò, a tutti voi l’invito a “prendere il largo”: Duc in altum! Accogliendo la chiamata del Signore, con voi e con tutta la Chiesa di Ischia, desidero lanciarmi in un’opera di autentico rinnovamento ecclesiale.
In questo cammino ci sostiene e ci sprona la testimonianza di Papa Francesco che, nelle scorse settimane, ci ha fatto dono della sua prima Esortazione Apostolica: è l’Evangelii Gaudium. La consegno a tutti voi perché diventi occasione di studio e di confronto e contribuisca ad una vera conversione pastorale della nostra Chiesa.
Ringrazio in modo particolare, per il prezioso lavoro di collegamento, quanti vi rappresentano in seno alla Consulta per le Aggregazioni Laicali della nostra diocesi.
Per tutti assicuro la mia preghiera.
Rinnovandovi l’augurio di ogni bene, affidandovi alla Vergine Maria, invoco su ciascuno la benedizione del Signore.
Vostro fratello e padre
+ Pietro, Vescovo
Ischia, 13 dicembre 2013