All’interno dell’VIII Convegno Diocesano, il Laboratorio Socio-Politico ha essenzialmente evidenziato quanto l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium offra delle vere e proprie linee programmatiche per le scelte pastorali della Chiesa nei prossimi anni. I tre relatori che si sono susseguiti hanno sottolineato la necessità di attenzione verso le innumerevoli sofferenze che rischiano di schiacciare il mondo giovanile come quello politico e della famiglia e quanto sia urgente fornire strumenti e metodologie risolutive. Affinché questi itinerari funzionino è necessario sanare i molti “anelli deboli” che ancora affliggono la Chiesa. Il primo fra tutti è l’individualismo, che rischia di trasformare tanti operatori in “cristiani con uno stile di Quaresima senza Pasqua” reclinati in uno spiritualismo disincarnato e senza gioia; così come chi vive la dimensione comunitaria nei movimenti e nei gruppi ecclesiali, rischia l’autoreferenzialità. Mali questi, che frenano l’azione pastorale e stridono con l’annuncio gioioso del Vangelo che, si è detto, non cresce per proselitismo ma per attrazione.
Si è ribadito che una Chiesa “in uscita” è fondata e dipendente in ogni sua azione, dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera. Niente ideologie assistenzialiste o materialiste ma, in ogni azione si espliciti la vocazione cristiana fondata sulla sequela di Cristo e la scelta preferenziale dei “poveri”. Questi criteri di ascolto e preghiera debbono valere, a maggior ragione, anche nella vita politica, dove un cristiano non può prendere posizioni che siano in contrasto con il Vangelo.
Lo strumento insostituibile di ispirazione e di impegno concreto, deve essere la Dottrina Sociale della Chiesa perché essa spinge a riscoprire il senso dell’Uomo nella società e corregge ed evita le possibili distorsioni della realtà che sono a volte presenti anche in coloro che operano, con buone intenzioni, per il bene comune.
Si è sottolineato quanto i cattolici siano chiamati ad esportare i principi di giustizia sociale e di libertà, a globalizzarli insieme a quei principi economici che possano favorire lo sviluppo ed il benessere sostenibile del consesso umano.
Altro male da sconfiggere è il diffuso senso di solitudine esistenziale, per fronteggiarlo concretamente, la Dottrina Sociale ci offre una “bussola” i cui punti cardinali sono: il principio persona, la sussidiarietà, la solidarietà, il bene comune. Coniugando indissolubilmente i primi tre in vista del bene comune, si può estrinsecare una efficace azione pastorale.
Tale azione deve “alimentare la resilienza, ossia porre le condizioni per promuovere la capacità delle persone e delle famiglie di attivare strategie di fronteggia mento e di riorganizzazione positiva della propria vita, dinanzi alle difficoltà, ridando nuovo slancio alla propria esistenza!”
E’ stata illustrata un’esperienza riguardante “famiglie pilota” che hanno dato inizio a processi relazionali con altre famiglie partendo dal concetto di prossimità di cui parla il Vangelo e attivando, quindi, percorsi virtuosi di fiducia reciproca e di accompagnamento in cui è stata superata la dicotomia tra famiglia-risorsa e famiglia-bisogno.
Per concludere, l’esortazione fatta a tutti, di cogliere e riscoprire la dimensione pubblica del cristianesimo, lavorando a nuovi legami di parentela sociale e creando nuovi organismi che possano dialogare con le istituzioni.
di Filomena Sogliuzzo