A sorpresa, all’Angelus di domenica 1° febbraio, l’annuncio di Papa Francesco di un prossimo viaggio a Sarajevo. Nella catechesi il richiamo a tutti i cristiani di essere “ascoltatori” e “annunciatori” della Parola di Dio.
“Sabato 6 giugno, a Dio piacendo – ha detto Francesco – mi recherò a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina.
“Vi chiedo fin d’ora di pregare affinché la mia visita a quelle care popolazioni sia di incoraggiamento per i fedeli cattolici, susciti fermenti di bene e contribuisca al consolidamento della fraternità e della pace, del dialogo interreligioso, dell’amicizia”.
L’annuncio, davanti alle migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l’Angelus, è arrivato subito dopo la recita della preghiera mariana. Sarà l’11 viaggio di Papa Francesco, in due anni di pontificato, il terzo quest’anno, dopo lo Sri Lanka e le Filippine nel gennaio scorso e Napoli previsto il 21 marzo. A seguire Francesco andrà a Torino il 21 giugno, in occasione dell’Ostensione della Sindone e negli Stati Uniti per l’8vo Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Philadelfia dal 22 al 27 settembre.
Nella catechesi Francesco, ispirato dal Vangelo domenicale ha sottolineato il primato della Parola di Dio, “da ascoltare, da accogliere e da annunciare”. Come racconta l’evangelista Marco, Gesù entrato a Cafarnao, la più grande città della Galilea, con la sua piccola comunità, non esita a recarsi subito nella sinagoga
“Gesù non rimanda l’annuncio del Vangelo, non pensa prima alla sistemazione logistica, certamente necessaria, della sua piccola comunità, non indugia nell’organizzazione”.
Dunque, “la sua preoccupazione principale” è “comunicare la Parola di Dio, con la forza dello Spirito Santo.”
“E la gente nella sinagoga rimane colpita, perché Gesù «insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi»”
“Ma cosa significa ‘con autorità’?”
“Vuol dire che nelle parole umane di Gesù si sentiva tutta la forza della Parola di Dio, si sentiva l’autorevolezza stessa di Dio, ispiratore delle Sacre Scritture”.
Parola di Dio “che realizza ciò che dice.”
“Perché la Parola di Dio corrisponde alla sua volontà. Invece noi, spesso, pronunciamo parole vuote, senza radice o parole superflue, parole che non corrispondono alla verità. Invece la Parola di Dio corrisponde alla verità, è unità alla sua volontà e fa quello che dice.”
“Il Vangelo” è dunque “Parola di vita”:
“non opprime le persone, al contrario, libera quanti sono schiavi di tanti spiriti malvagi di questo mondo: la vanità, l’attaccamento al denaro, l’orgoglio, la sensualità… Il Vangelo cambia il cuore, cambia la vita, trasforma le inclinazioni al male in propositi di bene”.
“Il Vangelo è capace di cambiare le persone”
“Non dimenticatevi! Leggete un passo del Vangelo ogni giorno. E’ la forza che ci cambia, che ci trasforma: cambia la vita, cambia il cuore”.
Da qui il richiamo di Francesco a tutti i cristiani a diventare missionari e araldi della Parola di Dio, e infine l’invocazione alla Madonna.
“Ci insegni Lei ad essere ascoltatori assidui e annunciatori autorevoli del Vangelo di Dio”.
Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato la Giornata nazionale per la vita, celebrata oggi in Italia, esprimendo “apprezzamento” “a tutti coloro che difendono la vita umana” e a “quanti sono impegnati a promuovere la cultura della vita”.
“Quando ci si apre alla vita e si serve la vita, si sperimenta la forza rivoluzionaria dell’amore e della tenerezza, inaugurando un nuovo umanesimo: l’umanesimo della solidarietà, l’umanesimo della vita”.
Un saluto particolare è andato anche ai partecipanti al Congresso mondiale organizzato dalla Scholas Occurrentes, che si aprirà domani in Vaticano, sul tema “Responsabilità di tutti nell’educazione per una cultura dell’incontro.”