La Chiesa di Ischia ha salutato lunedì 3 giugno don Massimiliano Lauro, che dopo una lunga esistenza terrena ha fatto ritorno alla Casa del Padre, a quella patria del Cielo verso la quale tutti siamo incamminati.
Nella Chiesa cattedrale, la Chiesa in cui don Max ha esercitato l’ufficio di Parroco per circa 40 anni, mons. Lagnese ha presieduto la Solenne concelebrazione Eucaristica di suffragio alla presenza del clero isolano e di tutto il popolo di Dio riunito nella preghiera e nel ringraziamento al Padre per ciò che don Massimino è stato per l’intera Chiesa isclana. Nelle parole del nostro Vescovo Pietro durante l’omelia si è condensata questa preghiera che si è fatta ringraziamento e benedizione per il dono della vita di don Massimino: “Sia benedetto Dio”. Così ci ricorda l’Apostolo Paolo nella lettura di oggi. E noi siamo qui a benedire Dio come Chiesa di Ischia per il dono che è stato per noi don Massimiliano Lauro, questo Sacerdote ischitano al quale diamo oggi l’estremo saluto, che ha accompagnato quasi un secolo di storia della nostra Chiesa e della vita di questa isola. Vogliamo benedire e ringraziare il Signore per tutte le cose belle che ha fatto nella sua vita, lo vogliamo benedire e ringraziare per averlo donato a noi, in modo particolare alla città di Ischia, ad Ischia Ponte: di questo quartiere è stato Parroco al di là delle nomenclature per circa 40 anni. E’ stato guida amorevole e paziente di generazioni di persone. Per questo sentiamo dal profondo del cuore di benedire il Signore per il dono di questo sacerdote che pur essendo avanzato negli anni mostrava sempre segni di giovinezza; un uomo e un sacerdote che negli anni non ha perso la passione per l’uomo e per Dio e che fino all’ultimo ha sentito viva la bellezza della fede che con il battesimo egli aveva ricevuto, la bellezza di un sacerdozio che egli viveva con tanta dedizione nonostante non fosse più parroco. Sempre disponibile, accogliente e sempre con il sorriso sulle labbra: così io lo ricorderò. Nella mia breve conoscenza di lui porto nel cuore questo pensiero che mi accompagna: è stato un uomo che ha vissuto pienamente il suo sacerdozio e il suo essere cristiano, un uomo che ha amato molto gli studi, che ha approfondito molto la cultura classica ma che ha vissuto tutto questo non come esperienza di distanza dalla vita concreta della gente ma come una modalità che gli permetteva ancora di più di entrare nel cuore e nelle ferite degli uomini e delle donne del suo tempo. Un uomo dunque non vecchio: io lo ricorderò così; benché 92 sono stati gli anni della sua vita è stato un prete perennemente giovane, un prete che ha saputo cogliere tutti gli stimoli che venivano dalle mille situazioni nuove con le quali lui doveva confrontarsi per riformulare l’antico e sempre nuovo annuncio del Vangelo. Ed è anche per questo che volle aprirsi da parroco all’esperienza delle Cammino Neocatecumenale, perché il Vangelo attraverso questa modalità poteva essere riannunciato con una passione tutta speciale che lo ha contraddistinto fino all’ultimo: memorabili le sue infuocate omelie, le sue riflessioni sul Vangelo che cercava di presentare con un entusiasmo tutto particolare. Ed è per questo che noi questa sera a conclusione della sua giornata terrena vogliamo dire al Signore: Sii benedetto, perché anche attraverso don Massimino hai manifestato la tua misericordia e offerto segni e gesti di consolazione al tuo popolo. In fondo il prete è ministro della consolazione di Dio in mezzo alle persecuzioni del mondo nelle quali la Chiesa avanza. Don Massimino con il suo ministero e prima ancora con la sua vita ha rappresentato tutto questo e noi lo affidiamo alla Divina Misericordia sapendo che ora per lui il futuro si farà presente, il futuro che troviamo tante volte nel Vangelo di oggi che ci parla del discorso della montagna che Gesù incomincia a svelare ai suoi che si avvicinano a Lui. Oggi Gesù di fronte alla salma di don Massimino ci ripete questa parola: BEATI! Per nove volte ritorna questa parola, perché il Signore ha fatto grandi cose per noi. C’è una bella notizia in queste beatitudini, c’è un regno che Lui spalanca per noi, e per questo si può essere anche poveri, perché ci è dato il Regno, c’è una terra che erediteremo, la Terra del Cielo, e per questo non c’è bisogno che ci inganniamo, che ci facciamo guerra gli uni contro gli altri. C ‘è una misericordia che Dio ci dona in Cristo, possiamo allora essere beati anche noi sapendo che questa misericordia è per tutti. In questo Vangelo bellissimo ci è annunciato in briciole tutto ciò che il Signore ha preparato per noi. Chiediamo anche a don Massimino di pregare per noi, per la Chiesa di Ischia, per me Vescovo, per i tanti vescovi che ha servito nel corso della sua lunga vita. Prega per la tua Chiesa, per i tuoi confratelli sacerdoti, per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, prega perché la Chiesa di Ischia sappia rinnovarsi nella fede e nella luce del Vangelo”.