La Diocesi di Ischia apre le porte a chi vive in situazioni di disagio, non solo attraverso la Caritas e il centro G.P.II di Forio. Anche la comunità di don Oreste Benzi – presto ad Ischia – verrà in aiuto al fianco della diocesi per i tossicodipendenti, una piaga spesso silenziosa ma presente sul territorio.
LA RISPOSTA GENEROSA DEL TERRITORIO
Articolo del Kaire di sabato 16 gennaio 2016
Lorenzo Russo
L’isola d’Ischia si riscopre solidale, famiglia, orgogliosa di dare. In questo ultimo periodo pre e post natalizio, attraverso la Caritas diocesana abbiamo potuto constatare quanta voglia di misericordia e solidarietà c’è negli isolani. E’ un coinvolgimento che va incoraggiato e sostenuto. E soprattutto, se fatto insieme, è un modo di poter fare un’esperienza di famiglia diocesana. Questo è uno dei compiti della Caritas diocesana che in questi giorni, attraverso il centro diocesano Giovanni Paolo II di Forio, ma anche attraverso aiuti mirati, ha potuto dare un sostegno a coloro che vivono da soli, a chi ha bisogno di un abbraccio, un pacco di pasta, una carezza, un po’ di ascolto…
Il centro diocesano di Forio ogni giorno vede l’aiuto di tanti volontari che provengono da ogni parte dell’isola per poter fare questa esperienza di famiglia, di solidarietà e misericordia. In pochi mesi è diventato un punto di riferimento per il territorio isolano. Gli ospiti del centro hanno assistito a concerti natalizi di cori parrocchiali, pranzi di solidarietà, serate di festa, veglie di preghiera, incontri di famiglie per poter dare un sostegno, un sorriso, una mano per sollevare l’animo di qualcuno. E, cose sempre, l’esperienza è sempre quella di andare lì per donare….ma poi torni a casa più carico di quanto hai donato. Provare per credere! Chiedete al vostro parroco di poter fare come parrocchia un pomeriggio al centro e poi mi direte!!!
La famiglia del centro diocesano di Forio in questi giorni si è allargata perché da qualche giorno sono stati accolti alcuni immigrati: 6 giovani provenienti dal Mali e dalla Costa D’Avorio
PRANZO DI SOLIDARIETA’ ALL’ALBERGHIERO
Nei giorni scorsi la Caritas Diocesana, in collaborazione con l’istituto alberghiero V. Telese ha organizzato un pranzo di solidarietà proprio nei locali dell’istituto scolastico di Fondobosso.
Un’esperienza nuova ma nel contempo interessante, perché ha visto coinvolti per la prima volta docenti e alunni, insieme al preside Mario Sironi entusiasta dell’iniziativa.
Al pranzo hanno partecipato circa un’ottantina di persone, ma la gioia più grande è stato poter vedere i ragazzi dell’istituto che con grande professionalità svolgevano il loro lavoro per coloro che hanno bisogno concretamente di un aiuto… è stato un modo per fare solidarietà anche in questo modo. Al pranzo vi ha partecipato anche il vescovo Pietro che ha ringraziato tutti, spronando gli organizzatori ad andare avanti per aiutare chi si trova in situazioni di disagio, perché non possiamo girarci e far finta di niente. Dobbiamo essere solidali, è la nostra strada per la salvezza.
Il preside Sironi avendo saputo che al centro diocesano di Forio c’è un finlandese che ha perso la memoria, ha deciso di regalare una tastiera al centro Caritas, perché “la musica potrebbe aiutarlo a ricordare e fargli ritornare la memoria”. E’ un bel gesto concreto di misericordia e solidarietà.
Ogni mese la Caritas Diocesana aiuta circa 500 famiglie sul territorio isolano attraverso il banco alimentare. Se in passato la realtà era legata per di più all’extracomunitario, oggi gli aiuti convergono molto sugli isolani che non hanno lavoro o ce l’hanno per soli sei mesi l’anno e non riescono ad arrivare a fine mese. Una solidarietà che travalica l’aiuto materiale e che va oltre cercando di aiutare la persona in piccoli gesti concreti. Tanto si è fatto finora, ma ogni giorno c’è la voglia di fare ancora di più per poter aiutare il prossimo. L’incoraggiamento arriva non solo dal direttore dell’ufficio diocesano don Gioacchino Castaldi, ma anche dal vescovo di Ischia Pietro Lagnese a cui stanno a cuore soprattutto gli ultimi, coloro che vivono in situazioni di disagio, gli emarginati della società.
IL CENTRO-AIUTO AI TOSSICODIPENDENTI
Grazie all’aiuto della comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi e attualmente guidata da Paolo Ramonda (nelle pagine successive trovate l’intervista e la sua catechesi in occasione del giubileo), Padre Pietro, avendo visto quanto sia diffusa sulla nostra isola la piaga della dipendenza da stupefacenti, ha voluto dare una mano anche in tal senso a chi soffre. E così presto avremo un centro diocesano di aiuto per gli isolani che non possono fare a meno di stupefacenti. Il fenomeno non è da meno e molte famiglie isolane non sanno cosa fare per aiutare un proprio familiare che vive questa sofferenza.
Sappiamo benissimo che ormai la dipendenza è cambiata. Non solo più da stupefacenti, ma anche alcool, sesso e soprattutto gioco d’azzardo.
La Chiesa di Ischia non può far finta di niente. Aiutare chi soffre è nel dna di ogni cristiano, di ogni persona di buona volontà.