Mons. Lagnese ha celebrato l’Eucarestia della Prima Domenica di Avvento in cattedrale alla presenza di tutti gli ordini religiosi maschili e femminili presenti sulla nostra isola.
Domenica 30 novembre oltre a segnare l’inizio di un nuovo anno liturgico con il Tempo di Avvento, ha visto anche l’apertura dell’anno della vita consacrata indetto dal Papa: un anno nel quale non solo i consacrati ma tutta la Chiesa ha la straordinaria occasione di approfondire sempre più il senso della propria missione e della propria vita spirituale. Mons. Vescovo ha invitato tutti a rinvigorire in questo tempo la preghiera e l’invocazione al Signore nell’attesa non solo del prossimo Natale, ma soprattutto della sua seconda venuta alla fine dei tempi: Con la prima domenica di Avvento iniziamo un nuovo anno liturgico. E’ davvero un tempo molto bello questo perché la Chiesa mentre si prepara a fare memoria della prima venuta di Gesù, guarda alla sua seconda venuta, quando il Signore ritornerà. La Prima lettura che abbiamo ascoltato è una sorta di lamento di tutto il popolo d’Israele che è chiamato a constatare la distruzione di Gerusalemme e del tempio al ritorno dalla deportazione; è bello sottolineare come una delle parole ricorrenti nel testo è la parola “ritorna, Signore”: è il canto della Chiesa in questo tempo, che invoca la Sua venuta.
“Ritorna Signore” perché siamo diventati ossa rinsecchite, cosa sterile, perché ti abbiamo abbandonato, ti abbiamo voltato le spalle, ritorna Signore perché ci siamo dimenticati di Te.
Se volete, mentre il tempo della Quaresima ci propone l’invito di Dio a ritornare a Lui, nel Tempo dell’Avvento la Chiesa rivolge questo invito al Signore: “se è vero che ti abbiamo abbandonato, se abbiamo dimenticato la tua Parola e abbiamo vissuto come se tu non ci fossi, noi ti diciamo che siamo argilla nelle tue mani, opera delle tue mani e tu sei nostro Padre: ritorna Signore per Amore del tuo nome!”.
Nel Vangelo di Marco che ascolteremo nel corso di questo anno liturgico il Signore ci dona una Parola per metterci in guardia dal pericolo della “distrazione”: ci siamo distratti, cioè abbiamo perso di vista il Signore, ci siamo dimenticati di Lui, e così facendo ci siamo pervertiti. Per questo il Signore ci invita a vegliare: Vegliate! Siate pronti! Perché nell’ora che non pensate il Signore verrà, come un ladro, non si sa se a sera, a mezzanotte, prima dell’alba o al mattino.
Come vegliare allora? La Chiesa ci dice che in questo tempo siamo chiamati a rinvigorire il nostro spirito di preghiera, a riporre al centro la Parola di Dio, per diventare sempre più in questo mondo i testimoni di questi cieli nuovi e terre nuove che il Signore ha preparato per noi e che ci verranno donati quando Lui ritornerà per portarci accanto a sé. Di questa realtà fondamentale della nostra fede i consacrati e le consacrate sono i testimoni. Papa Francesco ha detto che se si volesse scegliere una Parola più di altre per indicare la vita religiosa, dovremmo scegliere il termine “profezia”; i religiosi e le religiose sono chiamati a vivere la profezia dei cieli nuovi e terre nuove. Quando tu incontri un consacrato o consacrata tu senti davvero che questa realtà del ritorno del Signore non dobbiamo perderla di vista, perché qualora questo accadesse noi smetteremmo di seguire Gesù. Il Papa ci ricorda che questo è un anno nel quale guardare al passato con gratitudine, vivere il presente con rinnovata passione e volgersi al futuro con speranza. Il Signore ci conceda, anche grazie alla vostra testimonianza, cari religiosi e religiose, di rinsaldare la nostra attesa verso Colui che viene per vivere insieme un Avvento bello e vero, che ci prepari al Natale per fare memoria della prima venuta di Gesù ma che metta nel cuore il desiderio di correre verso Colui che viene per farci sedere attorno alla Mensa del Suo Regno!
Al termine della Celebrazione il Vescovo ha ringraziato ancora una volta i consacrati per il loro essere dono nella Chiesa e nella Chiesa di Ischia in modo particolare, mentre un momento di festa in Episcopio ha concluso questa intensa mattinata di gioia per i religiosi e le religiose della nostra Diocesi.