Venerdì 23 ottobre si è rinnovato, dopo la pausa estiva, l’appuntamento mensile con i giovani in Cattedrale insieme al nostro Vescovo Pietro.
Giuseppe Galano per il Kaire.
Questo incontro è sempre molto atteso dai giovani provenienti dalle varie realtà della nostra isola i quali riescono a trovare pace e serenità grazie alle intense riflessioni che Mons. Lagnese propone. I ragazzi che mensilmente rispondono all’invito a fermarsi, staccare dalla solita routine di tutti i giorni, aprono il loro cuore alla meditazione della Parola di Dio e fanno poi ritorno alle loro case con il desiderio di essere testimoni verso gli altri della grandiosità dell’amore di Dio. Il tema scelto per l’occasione è “Come albero piantato lungo corsi d’acqua”. Quale atto preliminare della serata il Vescovo affida i ragazzi allo Spirito Santo. “Invochiamo lo Spirito Santo perché ci insegni a pregare ed a fare di questo un incontro con Gesù che viene in mezzo a noi”. La bella corale della Pastorale Giovanile intona il canto d’invocazione Vieni, Santo Spirito di Dio.”Il Signore vuole fare di ognuno di noi un testimone vero di Gesù, che sappia dire con la propria vita e non semplicemente con le parole di aver incontrato il Signore. Questa sera possiamo fare l’esperienza di diventare veri testimoni di Gesù”. Il Vescovo ogni mese invita tutti a meditare sulla Parola di Dio, una Parola che puntualmente riesce ad entrare nel cuore di ciascuno, perfino in quello più indurito, donando a tutti nuova forza e vigore. Questa volta ha proposto due versetti tratti dal Libro del profeta Geremia (17,7-8). Dopo aver ascoltato il brano ciascuno la meditato per qualche minuto nell’intimo del proprio animo su ciò che volessero dire le parole scritte dal profeta. Come supporto alla meditazione è stato scelto un canto molto bello scritto da Renato Zero nel 1994 ed interpretato da Laura Pausini, dal titolo Nei giardini che nessuno sa. “Ci sono canzoni che emozionano e possono aiutarci nella preghiera. Questa potrebbe essere una di quelle canzoni che potrebbero aiutarci a sentirci guardati dal Signore, sentire lo sguardo di Dio su ciascuno. Dio ci guarda alla stessa maniera di come si guardano le persone che si amano. Vorrei che questa sera potessimo uscire da questa chiesa con lo sguardo di Dio sul nostro volto,con lo sguardo di Gesù che ha un sogno soltanto per ciascuno di noi, quello di vederci felici”. La canzone è la storia di una persona che vede star male la persona amata; si accorge che la persona amata sta morendo, in quel momento sta sfiorendo. E’ la storia di chi soffre al pensiero che l’amato stia soffrendo. Il Vescovo ha estrapolato dal testo alcune frasi molto significative che hanno offerto un prezioso supporto alla riflessione. Ti darei gli occhi miei, per vedere ciò che non vedi. L’allegria, l’allegria, per strapparti ancora sorrisi. Dirti si, sempre si, e riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quei pesi sul cuore. “Questa espressione ci può aiutare a pregare. Gesù questa sera ci rivolge queste parole. E’ una vera dichiarazione d’amore. In fondo, pregare è permettere al Signore di farci la sua dichiarazione d’amore. E poi vederti ridere, e poi vederti correre ancora. “Dio desidera che ciascuno sorrida, che sia contento, è l’unico desiderio che ha per ciascuno di noi, non chiede altro. Dio vuole solo il nostro bene, che la vita di ciascuno sia bella, lo desidera più di ogni altra cosa. Lo desidera come si desidera respirare; lo desidera come gli uccelli desiderano volare”. Non sai come è bello stringerti, ritrovarsi qui a difenderti, e sussurrarti non arrenderti. “Continuiamo a credere nella felicità senza gettare la spugna. Sorregili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere. Esili, fragili, non negargli un po’ del tuo amore. “Le persone che amano si rivolgono a Dio. Quando si ama una persona, pur di aiutarla, si cercano alleanze. Per la persona amata si fa l’impossibile. Inoltre,queste parole Dio le rivolge a tutti coloro che hanno compiti di responsabilità. Le rivolge ai sacerdoti parlando delle persone loro affidate. Dio cerca persone che si alleino a Lui e dicano il proprio si”. I due versetti tratti dal Libro di Geremia sono molto significativi. “Dio dice che vi è una possibilità di non essere spenti, come alberi piantati lungo corsi d’acqua che non temono il caldo, le cui foglie sono sempre verdi. Questa possibilità ci viene da Dio, occorre lasciarci guidare da Lui, allora anche noi saremo felici. Perché questo possa accadere Egli ci ha donato la Sua stessa vita”. A seguire, la corale ha intonato il Salmo 1, primo Salmo tra tutti quelli che troviamo nella Bibbia. Inizia con Beato l’uomo, introduzione alle Beatitudini, alla chiamata di Dio alla felicità. “Dio vuole che l’uomo sia felice, beato. L’uomo felice è semplicemente un peccatore che che non resta nella via del peccato ma permette al Signore di essere tirato fuori da questa condizione. Si mette in ascolto della Parola, di Dio che dice ti voglio felice. Quando ciò avviene l’uomo diventa come albero piantato lungo corsi d’acqua che nel tempo darà frutti”. A conclusione dell’incontro, quale risposta alla meditazione è stato proposto il canto Mi affido a Te.