Diocesi di Pozzuoli e di Ischia

Sorelle e fratelli carissimi,

questa particolare lettera pastorale, che ho deciso di scrivere a quattro mani con il vescovo eletto delle nostre diocesi, Pozzuoli ed Ischia, in merito ai presunti fatti soprannaturali di Zaro, vuole essere un atto di testimonianza e di speranza.

Testimonianza, prima di tutto, del cammino sinodale che la Provvidenza ha fatto compiere alle nostre comunità diocesane. Nel momento in cui Papa Francesco ha voluto riunire “in persona episcopi” queste due Chiese dalla lunga ed antichissima storia, doni, cammini ed eventi dell’una sono diventati i doni, i cammini e gli eventi dell’altra. Si è così creata una circolarità della carità, che diventa sempre più autentica nella misura in cui i carismi e le preoccupazioni dell’una sono diventati anche i carismi e le preoccupazioni dell’altra.

Testimonianza, dunque, ma anche speranza: la speranza che i doni di Dio e la testimonianza evangelica “scambiati” tra le nostre Chiese diano il frutto del centuplo evangelico e generino al Signore un popolo adulto e maturo, capace di valutare i “segni dei tempi” e quel che lo Spirito dice alle Chiese.

Un popolo sinodale, Pastori e Fedeli, è maturo quando sa gioire per quel che Dio dona con abbondanza, misericordia e tenerezza al corpo ecclesiale. Ce lo ricorda apertamente Papa Francesco quando scrive: «Non ci fa bene guardare dall’alto in basso, assumere il ruolo di giudici spietati, considerare gli altri come indegni e pretendere continuamente di dare lezioni. Questa è una sottile forma di violenza (ci sono parecchie forme di bullismo che, pur apparendo eleganti e rispettose e addirittura molto spirituali, provocano tanta sofferenza nell’autostima degli altri). San Giovanni della Croce proponeva un’altra cosa: “Sii più inclinato ad essere ammaestrato da tutti che a volere ammaestrare chi è inferiore a tutti” (Cautele, 13). E aggiungeva un consiglio per tenere lontano il demonio: “Rallegrandoti del bene degli altri come se fosse tuo e cercando sinceramente che questi siano preferiti a te in tutte le cose. In tal modo vincerai il male con il bene, caccerai lontano da te il demonio e ne ricaverai gioia di spirito. Cerca di fare ciò specialmente con coloro i quali meno ti sono simpatici. Sappi che se non ti eserciterai in questo campo, non giungerai alla vera carità né farai profitto in essa” (ibidem)» (Gaudete et exsultate, 117).

 

Se aperte all’autenticità, come insegna il n. 800 del Catechismo della Chiesa Cattolica, le apparizioni e le visioni dei protagonisti della nostra fede, in primis la santa Madre del Signore e della Chiesa, la donna Maria di Nazareth, sono “doni” per la fede e una “sfida” per la ragione che, data la loro natura carismatica – cioè di servizio al bene della comunità – «devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi».

Un popolo sinodale, Pastori e Fedeli, è maturo quando si preoccupa della verità e si mette a servizio della verità. Ciò significa evitare le trappole e le illusioni del “consumismo spirituale” oggi assai in voga. Questo cammino di “deformazione” degli affetti, della mente e dell’anima è spesso solleticato dalle notizie di visioni e apparizioni. Il consumismo spirituale fa della ricerca di quel che è “straordinario” il suo nutrimento, perché nel suo delirio di onnipotenza disprezza tutto ciò che ha a che fare con la quotidianità, con la piccolezza, l’umiltà, la fragilità, il mistero, il silenzio, il nascondimento. Di conseguenza, predilige solo quello che crede essere alla sua altezza: quel che è spettacolare, quel che può essere proprietà solo di alcuni “eletti” e non di tutti, quel che si impone alla ribalta, dando notorietà e potere sulle coscienze e sulle vite degli altri, quel che prende possesso del futuro e pretende di annunciarlo con dovizia di particolari, quel che promette di non passare attraverso lo spessore dell’oscurità della vita e di regalare guarigioni e illuminazioni a quelli che le meritano (magari con la loro generosità economica a favore dei privilegiati dal divino e delle loro opere).

Il desiderio che la gioia cristiana si diffonda e attragga sempre più alla bellezza del Vangelo, rendendo le nostre Chiese e comunità immagini vissute e percepibili del mistero luminoso di Cristo e della Chiesa, non può, quindi, pensare di crescere occultando la verità. Sì, perché la verità può essere occultata in molti modi. Uno di essi è il disinteresse: non mi interessa che la parola evangelica sia annunciata nella sua interezza; non mi interessa quello che gli altri fanno accreditandosi come cristiani; non mi interessa che la comunità possa essere scossa da lupi e predatori travestiti da agnelli… Cercare la verità vuol dire non voltarsi dall’altra parte. Cercare la verità vuol dire sentire l’imperativo della reciproca custodia fraterna. Cercare la verità vuol dire discernere l’intimo ed essenziale legame che c’è tra i presunti fatti soprannaturali, che vengono raccontati, e la Parola, la Pasqua, la Pentecoste.

 

Sono queste, Sorelle e Fratelli carissimi, le coordinate che hanno suscitato e guidato il vescovo di Ischia Pietro Lagnese, nel 2014, ad intraprendere il percorso ecclesiale di discernimento dei presunti fatti soprannaturali di Zaro. Un fenomeno lungo e complesso, che ha visto e vede coinvolte diverse persone; fenomeno che accompagna la comunità cristiana e la stessa storia dell’Isola dal 1994 ad oggi.

Nel 2014 venne perciò insediata dal vescovo Pietro la speciale Commissione diocesana di studio sui presunti fatti soprannaturali di Zaro. Ne sono stati membri anche esperti e studiosi chiamati da Papa Benedetto XVI, di cara e dolce memoria, nella Commissione Pontificia Internazionale di Studio sugli eventi di Medjugorje: segno, questo, della serietà con cui il vescovo Pietro ha voluto servire il bene della Chiesa diocesana. Da allora, con pazienza e perseveranza, sia sull’Isola che in altre sedi, la commissione ha lavorato sulla base delle Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni fissate dall’allora Congregazione (oggiDicastero) per la Dottrina della Fede, alternando l’ascolto delle persone, l’analisi dei documenti, il libero ed aperto confronto tra i commissari, le possibili valutazioni dei fatti (la loro origine e i loro significati), i relativi suggerimenti pastorali.

Nel momento in cui il vescovo Pietro è stato chiamato a guidare la Chiesa di Caserta, come prevede il Diritto Canonico, la Commissione ha cessato di esistere nel 2020, terminando così la sua indagine ufficiale, non prima però di aver fornito al vescovo una precisa relazione sul lavoro svolto e sui risultati raggiunti fino a quel momento, unitamente alle prospettive che ne scaturivano.

Da allora sono passati circa tre anni. Le Chiese di Ischia e di Pozzuoli sono state unite “in persona episcopi” e continueranno ad esserlo anche per l’immediato futuro, quando il vescovo Carlo mi succederà con la celebrazione della presa di possesso. Questi tre anni sono stati un tempo di accoglienza reciproca, nel quale io e poi il vescovo Carlo ci siamo immersi, senza diventare schiavi della fretta e della superficialità, con l’attenzione che sa valorizzare il tempo dilatandolo quando sia necessario a costruire rapporti e relazioni che non siano di pura e abitudinaria facciata.

Questo cammino di accoglienza fraterna ha riguardato anche i presunti fatti soprannaturali di Zaro: abbiamo preso visione della relazione della commissione istituita dal vescovo Pietro, abbiamo ampliato la nostra conoscenza del fenomeno anche attraverso il servizio reso dall’inviato speciale del Vescovo, abbiamo ascoltato diverse persone, ci siamo confrontati su quali passi avrebbero ora portato maggiore beneficio in primis e in modo diretto alla Chiesa di Ischia, abbiamo chiesto al Signore lo Spirito e il dono del discernimento.

Siamo, quindi, giunti alla decisione unanime di proseguire il percorso ecclesiale di discernimento dei presunti fatti soprannaturali di Zaro iniziato dal nostro predecessore, il vescovo Pietro. Verrà, quindi, ricostituita la speciale Commissione diocesana di studio sui presunti fatti soprannaturali di Zaro, affinché prosegua il lavoro già iniziato nel 2014 a servizio della diocesi di Ischia. Al fine di facilitare il percorso canonico della sua istituzione, la commissione sarà nominata dopo che il vescovo Carlo avrà preso possesso della diocesi.

 

Desideriamo affidare questa nostra unanime decisione alla vostra preghiera, Sorelle e Fratelli carissimi, perché si possa realizzare in mezzo a noi la parola dell’Apostolo: «Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male» (1Ts 5,19-22).

La Santa Madre del Signore, madre e modello della Chiesa, ci sostenga in questo cammino di fedeltà al Vangelo e alla storia, affinché diventiamo artefici di un futuro di pace nel segno del dialogo, dell’incontro, della cooperazione e del rifiuto della violenza.

Dio vi benedica tutti!

 

+Gennaro Pascarella,                               + Carlo Villano
amministratore apostolico                            vescovo eletto
di Pozzuoli ed Ischia                                  di Pozzuoli ed Ischia

 

Pozzuoli – Ischia, 8 settembre 2023,
Natività della Beata Vergine Maria