Si avvicinò e camminava con loro

 

A causa di una pandemia, inaspettata e pericolosa, ci apprestiamo a vivere una Pasqua come mai avremmo immaginato: una Pasqua segnata dalla tristezza e dal dolore, dall’ansia e dalla preoccupazione. Mille paure agitano il nostro cuore e tante domande affollano la nostra mente: quando finirà questa triste avventura? riusciremo a uscirne vivi? e i nostri cari? e, poi, quando tutto sarà finito, saremo capaci di ripartire? e come? E nel cuore sentiamo, fitta, scendere la notte.

È, in qualche modo, la stessa esperienza che fecero i discepoli di Emmaus, quella sera di Pasqua, quando, con la morte nel cuore, nonostante le parole di alcune donne che dicevano del sepolcro vuoto, decisero di lasciare Gerusalemme e tornare a casa. Anche loro, tristi e delusi, si facevano tante domande senza riuscire a trovare qualche risposta; un senso di rabbia e di abbandono li accompagnava: davvero non ci capivano più nulla e, chiusi nel loro dolore, proprio non riuscivano a vedere oltre. Non riuscivano, fino a quando non videro il Risorto, fino a quando non lo riconobbero allo spezzar del Pane e capirono che era Lui colui che si era avvicinato a loro lungo la strada. Aveva camminato con loro, in silenzio li aveva ascoltati nei loro dubbi e nelle loro pene, e ora, a loro, di nuovo, accolta la Sua Parola, mai come prima, ardeva il cuore.

Carissimi, auguro a me e a voi di fare, in questo tempo, la stessa esperienza! Nel momento di buio e di agitazione che stiamo attraversando, auguro a ciascuno di noi, e per questo prego, di avvertire nella propria storia la presenza del Risorto che cammina con noi nel viaggio della vita.

Carissimi, al fine di evitare il dilagare del contagio vi è stato chiesto di non prendere parte nelle nostre chiese alla celebrazione dei divini misteri. A questa misura, che vede coinvolta tutta l’Italia, ognuno di voi, pur con grande amarezza, si sta attenendo. Anche per le prossime celebrazioni della Pasqua del Signore, purtroppo, sarà così. Però saremo uniti lo stesso, grazie pure all’aiuto dei media.

Sono certo che il dolore che insieme proviamo per il digiuno eucaristico chiesto a tutti voi, se vissuto in unione al Sacrificio di Cristo – che continua ad essere offerto sull’altare – non mancherà di produrre frutti di bene per la Chiesa e per il mondo e di rendere la vita nostra e quella di ogni battezzato più conforme al Signore Gesù, morto e risorto per noi.

Sono anche persuaso che quel dolore, unito alla sofferenza di tanti malati e delle loro famiglie, che in queste settimane sono nell’afflizione a causa del coronavirus, potrà rivelarsi fecondo per ottenere la grazia della fine dell’epidemia che insieme stiamo chiedendo al Signore.

Su ognuno di voi e sulle vostre famiglie e, in modo particolare, su tutti coloro che stanno soffrendo, invoco la benedizione del Signore.

Maria, la Madre del Risorto, la Donna della speranza e della pazienza, interceda per noi!

Santa Pasqua di Risurrezione!