Se nel presepe mancano i pastori non è quello un vero presepe! Il cuore della rappresentazione – lo sappiamo – è la grotta con gli angeli che cantano e, al suo interno, la scena della natività con il Bambino, Maria e Giuseppe e poi l’asino e il bue. Ma i pastori non possono mancare! Anzi, a guardare bene, sono essi ad occupare la maggior parte della scena. Il vangelo di Luca dice che, «appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: ‘Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere’. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia» (2, 15-16).
La fantasia degli esperti presepisti o dei tanti “artisti di casa”, che ogni anno si cimentano nel raccontare plasticamente il Natale di Gesù, ha voluto, però, all’interno del sacro scenario, ambientare i pastori nei luoghi più disparati e impegnati nelle più svariate attività della vita umana. Così soprattutto nei presepi napoletani! E allora, accanto a quelli che vanno alla grotta a vedere, ce ne sono tanti altri in tutt’altre faccende affaccendate: c’è il mugnaio ed il fabbro, l’oste e la lavandaia, la contadina e il macellaio, il pescivendolo e l’arrotino, chi sta in casa e chi per strada e, tanti, tanti altri ancora.
Nell’ammirarli, mi fermo a pensare: Gesù li guarda! Con lo sguardo, nelle tante cavità del presepe, li vado scovando; li osservo, uno ad uno, e mi dico: Gesù, tu ci conosci tutti e sei venuto per tutti! Le nostre vie non ti sono nascoste! La nostra umanità ti sta a cuore! Ti stanno a cuore i nostri affanni! Tu ti commuovi per noi!
Sì, lo so, sono i magi i rappresentanti di tutti i popoli della terra; sono essi che dicono l’universalità del dono della salvezza e, nello stesso tempo, la sete di Dio che c’è in ogni uomo, ma quelle statuine poste lì, mi fanno tanta tenerezza e mi dicono che Tu, Gesù, sei venuto anche per chi non ti cerca e ti interessi anche di chi non si accorge di Te! Sei venuto per i buoni e per i cattivi!
Anzi, a guardarli bene, comprendo ancora meglio che quella distinzione è priva di senso e che, in fondo, siamo tutti, più o meno, uguali! E se, proprio, tra gli uomini, di distinzione vogliamo parlare, mi vien da dire che una, possibile, vera, è quella che c’è tra quanti sanno o non sanno che Dio li ama. È questa la vera notizia che fa la differenza! Per questo Gesù è uscito dal Padre; per dire ad ognuno, con la Sua Vita, questa straordinaria verità: Dio ti ama!
È questa pure la missione della Chiesa: uscire, andare, incontrare l’uomo, accoglierlo così com’è, condividere la sua storia per annunciargli l’Avvenimento della salvezza: Dio è venuto tra noi!
«L’intimità della Chiesa con Gesù – ci dice Papa Francesco – è un’intimità itinerante, e la comunione “si configura essenzialmente come comunione missionaria”. Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno. Così l’annuncia l’angelo ai pastori di Betlemme: “Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo” (Lc 2,10)» (EG 23).
«Il Natale – affermava il beato Paolo VI nell’omelia della notte del suo ultimo Natale – è questo arrivo del Verbo di Dio fatto uomo fra noi. Ciascuno può dire: per me! Il Natale è questo prodigio. Il Natale è questa meraviglia. Il Natale è questa gioia. Ritornano alle labbra le parole di Pascal: Gioia, gioia, gioia: pianti di gioia!».
I mille personaggi del presepe parlano di tutti noi, di me e di te! Ne prendo uno e dico: sono io! Ne guardo un altro e penso: sei tu!
Sì, Gesù, sei venuto per tutti! Sei venuto per ogni uomo e, soprattutto, per i poveri e noi… siamo tutti poveri! Sì, sei venuto per tutti, e per tutti vuoi dare la vita. Ancora!
Lo stupore per l’Amore di Dio che si fa carne per noi inondi i nostri cuori e generi amore, gioia, pace!
Santo Natale 2014
+ Pietro, vescovo