In preparazione alla “GIORNATA DEL MALATO”, istituita da San Giovanni Paolo II, l’ospedale A. Rizzoli di Lacco Ameno ha vissuto, dal 4 al 10 febbraio, una settimana di profonda grazia con Gesù Eucarestia
Il mese di febbraio, per chi si occupa di Pastorale della Salute, è sempre molto ricco di appuntamenti. La celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è stata occasione utile per la nostra Diocesi per favorire l’attenzione nei confronti dell’ammalato e della sua famiglia, attenzione che sicuramente si estenderà durante tutto l’anno. La Cappellania “Divina Misericordia” dell’ospedale, sempre elegante ed accogliente, curata nei minimi dettagli dal dinamico Padre Luigi Santullo e da chi offre il suo preziosissimo contributo, sta diventando sempre più, giorno dopo giorno, il vero e proprio cuore pulsante della struttura sanitaria, il luogo sempre aperto a tutti, dove è possibile trovare, notte e giorno, un clima di raccoglimento e preghiera davanti al Tabernacolo ed alla venerata immagine della Madonna. I tanti malati che quotidianamente affollano il presidio ospedaliero, costretti, tra medici ed infermieri, a fare i conti con la loro condizione patologica, a stare lontani dal calore dell’ambiente familiare e dall’affetto dei propri cari, trovano conforto nella centralità della figura di Gesù. Dobbiamo dare atto al nostro Vescovo Pietro che ha affidato un incarico così delicato ad un sacerdote straordinario che fa della cura spirituale dell’ammalato la sua missione di vita. Padre Luigi, fin dall’inizio della sua esperienza al fianco dei sofferenti, in qualità di Cappellano dell’ospedale e Direttore della Pastorale Sanitaria, ha avvertito il bisogno forte di dover stabilire la centralità dell’Eucarestia perché è da essa che parte la cura per coloro i quali sono ammalati nel corpo. Il sofferente, posto davanti a Gesù trova conforto, si sente accolto ed amato. Il frate, che quotidianamente è presente tra i degenti offrendo loro conforto, incoraggiamento e tantissimo amore, soprattutto nei momenti più difficili, dove prevale lo sconforto, ha predisposto le numerose funzioni che hanno accompagnato fedeli, pazienti ed operatori sanitari a vivere al meglio la Settimana Eucaristica. Presenti ai vari appuntamenti i membri delle Associazioni AVO ed UNITALSI, che svolgono un ruolo preziosissimo, impagabile al fianco di bisognosi e sofferenti, persone straordinarie, fortemente motivate, che con un semplice sorriso,una parola o un abbraccio fanno sentire meno solo chi vive il momento della malattia. La Settimana Eucaristica è stata un’esperienza molto intensa; si è pregato tanto, soprattutto per gli ammalati. Nel corso di questi giorni tante persone hanno fatto visita a Gesù, ognuno ha deposto davanti al Santissimo Sacramento una preghiera speciale per chi è nel bisogno. Questa settimana è stata vissuta in intimità profonda con Dio, nella meditazione e nell’ascolto della Parola, un tempo preziosissimo per tutti. Il programma di questi giorni prevedeva l’esposizione di Gesù Eucarestia in mattinata ed adorazione fino al primo pomeriggio. Alle 15 in punto vi era l’appuntamento con l’ Ora della Divina Misericordia, cui faceva seguito l’Adorazione Eucaristica e la Benedizione presieduta a turno dai vari parroci isolani che hanno risposto all’invito di Padre Luigi, accompagnati dalle loro comunità parrocchiali. Nel corso della settimana si sono alternati Don Carlo Candido, Don Gioacchino Castaldi, Don Emilio Basile, Don Luigi De Donato, Don Agostino Iovene e Padre M. Lauro con l’Ordine Francescano Secolare, ciò a testimonianza del fatto che la Cappella dell’ ospedale è una casa comune per tutti gli isolani, un punto d’incontro per tanti. Momento molto toccante è stato vissuto sabato 7 febbraio, quando al termine dell’Adorazione Eucaristica presieduta da Padre Luigi, con la partecipazione dei membri delle Associazioni di volontari, è stato portato Gesù Eucarestia in processione tra i vari reparti dell’ospedale per fare visita agli ammalati. Tanta gioia e commozione insieme ad un senso di meraviglia si leggeva nei volti dei degenti. Alcuni a stento riuscivano a trattenere le loro emozioni davanti a Gesù. La visita agli ammalati ha alleviato le sofferenze di chi sarebbe stato costretto a vivere altri giorni lontano dalla famiglia. In quel momento i degenti non erano più soli ma ricevevano l’abbraccio forte e caloroso di Gesù che ama in modo particolare chi vive nel dolore e nella sofferenza. In conclusione possiamo affermare che nel servizio al prossimo sofferente ed attraverso la condivisione dell’esperienza del dolore possiamo accogliere sempre più Gesù che vive nell’ ammalato e far crescere in noi la vera sapienza del cuore.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano